tra significato e significante

Rammellzee, spray su tappeto, cm. 98 x 54, 1984


“Significato” e “Significante” si esprimono, nel settore delle Arti Visive, in una serie di variegate esperienze di contaminazione fra linguaggi con la simultanea compresenza della scrittura e delle immagini su una superficie.
La mostra cerca di analizzare il lavoro di alcuni artisti che si sono confrontati con il tema – problema della scrittura e della parola nel settore delle arti visive. Si parte da alcune esemplificazioni della “Poesia Visiva”, un movimento trasversale tra pittura e scrittura degli anni 60/70 in cui la parola si fa segno perdendo la sua connotazione primaria, quella cioè di esprimere significati , proponendosi come un nuovo media espressivo. Il vocabolo perde la sua funzione ma ne acquista un’altra, quella di esprimere nuovi segni che si pongono in parallelo con la ricerca minimale.
Negli stessi anni alcuni artisti già radicati nel mondo dell’arte, indagando le proporzioni linguistiche e/o la descrizione di fatti e avvenimenti, incontrano la parola, il testo scritto, mediante operazioni che coinvolgono il lato concettuale della ricerca artistica il cui intento era di proporre opere il cui fine non era il godimento estetico bensì l’attività di pensiero. La parola perde in parte il valore formale del significante per privilegiare il significato. Associata all’immagine assume una funzione di suggerimento della fruizione in una direzione piuttosto che in un’altra . Progetti veri e propri o tavole di istruzione per l’uso erano finalizzate ad operazioni che, alla stregua di una certa tipologia di spettacoli, non lasciavano alcuna testimonianza, nessun riscontro materiale. In alcuni casi si trattava di operazioni nelle quali l’autore ed il fruitore si riducevano alla stessa persona che fungeva nello stesso tempo da autore e spettatore unico dell’azione, determinando così un alternarsi e un confondersi dei ruoli e il passaggio del mittente e ricevente a tema stesso del messaggio
Un altro ciclo di lavori rappresenta la cosiddetta ‘cultura del riflusso’. Una ricerca volta a recuperare aspetti nuovi della cultura di massa, se non addirittura della ‘cultura di strada’. All’ipotesi concettuale, frutto di un atteggiamento elitario destinato soprattutto agli addetti ai lavori, il Graffitismo contrappone il desiderio di creare una scena alternativa in grado di ridurre il divario tra arte e pubblico. All’eccesso di rigore che aveva portato le espressioni artistiche a muoversi in una zona tendente all’asfissia, si contrappone la necessità di recuperare una forma di comunicazione più vasta servendosi di linguaggi maggiormente comprensibili e soprattutto raggiungibili da tutti, sia dal punto di vista della realizzazione che della fruizione. La scrittura non è più racchiusa nel libro ma viene esibita come pagina pubblica sui muri della città prima ed in seguito su altri supporti, non suggerisce immediatamente un significato ma, come per gli amanuensi, si arricchisce di tutta una serie di volute e di interventi sempre più complessi e sofisticati finendo per inventare un nuovo alfabeto.
Negli anni più recenti la scrittura perde la sua funzione linguistica per assumere una connotazione diversificata da esperienza ad esperienza. Cambiano le forme ma si modificano anche le modalità di realizzazione dell’opera. L’artista diventa una specie di regista e/o di organizzatore che si avvale di maestranze e tecnici specializzati. Gli schemi tradizionali dei generi appaiono superati. L’artista assume naturalmente caratteristiche diverse. Le nuove ricerche diventano supporto per operazioni in parte ancora post concettuali ma che in realtà abbracciano altre sfere di ricerca. Cambiano i meccanismi. La perdita delle certezze frantuma la ricerca che si ritrova all’interno di operazioni spesso distinte e diversificate rispetto agli stessi ambiti di analisi.
L’artista, come il mondo in cui vive (una babele di linguaggi), si modifica alla velocità con cui circola l’informazione, che però non è la stessa della cultura.
In mostra opere di: Stelio Maria Martini, Mirella Bentivoglio, Giuseppe Chiari, Joseph Beuys, Tomaso Binga, Antonio Del Donno – Franco Vaccari, Fabrizio Plessi, Mimmo Conenna, Fernando De Filippi, Michele Zaza, Luigi Mainolfi – Daze, ERO, Phase 2, Rammellzee, TOXIC – Maurizio Arcangeli, Emilio Fantin, Bernard Joisten, Maurizio Cattelan, Stefano Arienti, Pippo Patruno.

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